Designer, architetti e realizzatori sono sempre alla ricerca di ispirazioni per dar vita a nuovi e originali complementi d’arredo da introdurre in progettazioni uniche e particolari.
Oggi vi voglio presentare in anteprima, un oggetto speciale che entra in una galleria d’arte, portando con sé l’estro di un architetto, Daniela Cuatto, plasmato dall’amore per la natura e dal bello dell’architettura monumentale torinese e la visionarietà di un minusiere contemporaneo, Roberto Bianchi.
Il progetto è il risultato di un lavoro durato circa tre anni, tempo dedicato a studiare e a sovvertire il principio di equilibrio statico, calcolando un nuovo baricentro per questo albero che senza radici, si innalza libero come farebbe in natura nel bosco.
La straordinarietà di ARBOR risiede proprio nel fatto di possedere fisicamente un’area circoscritta e, al contempo, un perimetro infinito.

Il prodotto finale risulta essere un elemento versatile che costituisce già in solitudine un prodotto di design “bello” da osservare nella propria dimora ma ancor più valorizzato se utilizzato in svariate modalità a seconda dello spazio in cui viene inserito.
Inoltre l’albero è l’icona perfetta della sintesi tra il passato (le radici) il presente (il tronco) e il futuro (lachioma) in totale accordo con le comuni linee filosofiche e concettuali della Artgallery e del Collettivo 37, che hanno creduto fin da subito nella validità del progetto, che sarà presentato e sostenuto anche dall’autorevolezza e competenza dell’ Architetto e Designer Carlo Leonardo Rosa nel vernissage di domani, venerdì 15 marzo a Torino, dove intratterrà una stimolante conversazione con gli autori del progetto.
Ulteriore stimolante interesse desta la presenza dell’artista Anne Cécile Breuer che sabato 16 marzo offrirà al pubblico una live performance – Il Bosco liquido – dove l’albero immaginario si materializzerà in un’opera d’arte pittorica.

Insomma, un elemento d’arredo che si esprime come una vera e propria forma d’arte a 360°, dove idea, geometria e materia, si fondono per dar vita ad un pezzo unico che diventerà sicuramente un’icona di design multifunzionale dall’apparente precario equilibrio che crea nell’osservatore dapprima incredulità e stupore e in seguito ammirazione e volontà di scoperta.